L’utilizzo della parola cane nella lingua italiana

cani

I cani accompagnano la nostra vita da millenni, donandoci così tanto affetto e fedeltà che difficilmente riusciamo a riceverne altrettanto dalle persone, neanche da quelle più care.

 Esistono,  e comunemente vengono usate nella lingua italiana delle espressioni che sottolineano le numerose e grandissime qualità del cane.
 
Alcuni esempi….
 
Alludendo ai denti del cane che serrano e stringono:
Il Cane nelle armi da fuoco è la componente del meccanismo che provoca le percussione della carica mentre in odontoiatria il cane è l’attrezzo chirurgico usato per afferrare ed estrarre un dente.
 
Nel linguaggio figurato azzanna come una cane furioso chi aggredisce polemicamente senza risparmio di colpi.

I canini sono i quattro denti situati tra gli incisivi ed i premolari e non è un caso che siano i nostri denti più aguzzi, appunto come quelli di un cane.

 
Alcune azioni del cane, specie se cucciolo, si estendono per traslazione anche all’uomo o ad altri piccoli animali: accucciarsi per es. si usa con tenerezza tanto per i bambini che per i gattini.
 
Al significato proprio di accalappiare (i cani randagi) corrisponde quello figurato di sedurre con lusinghe:
così, sempre in senso figurato, il fiutare dell’uomo è intuire e lo scodinzolare della donna è ancheggiare; il mettere un bambino vivace al guinzaglio significa guidarlo.

Avere la coda tra le gambe è battere in ritirata come fanno i cani.

 
Altri modi di dire si riferiscono ai diversi suoni emessi dal cane che abbaia, ringhia, guaisce, ulula, uggiola quando da cucciolo si lamenta per dolore, fame o assenza del padrone, scagna quando abbaia in modo concitato, tipico dei cani da caccia che inseguono la selvaggina stanata:
 
Cane delle praterie:
è il cinomio, uno scoiattolo il cui richiamo è simile all’abbaiare di un cane.
 
Quell’uomo abbaia: si esprime in modo chiassoso, sgraziato, rabbioso.
 
Abbaiare alla luna o al vento: protestare inutilmente, affaticarsi invano.
 
Lasciare che uno abbai: lasciarlo blaterare senza curasi di lui. 

Ringhiare: detto di persone stizzose, specie se sono in posizione superiore, o anche di altri animali senza accezione minacciosa che emettono suoni simili al brontolare dei cani.

 
Da scagnare usato in senso dispregiativo con il suffisso ozzo deriva scagnozzo che indica il prete miserabile sempre a caccia di funerali e di messe per sbarcare il lunario o in genere la persona che come un segugio segue politici ed avvocati per procacciare clientela ed eseguire commissioni.
 
Curiosamente, quando si usa la voce cane in senso figurato, viene meno ogni affetto dell’uomo per il cane ed il cane perde la sua reputazione: il nome dell’animale entra nelle espressioni più offensive e degradanti, nelle bestemmie volgari più diffuse.
 
Quell’attore, quel cantante è un cane per dire canta malissimo; Una figura da cani per dire pessima figura; E’ un cane da pagliaio si dice di una persona brontolona ma inoffensiva Non ha un cane che le abbaia intorno si dice di una donna senza corteggiatori; Vita da cani nel senso di misera e faticosa; Lavorare, giocare, scrivere da cani cioè male, con imperizia; Fare il cane, essere un cane cioè dimostrare eccessiva, opprimente severità nei confronti dei sottoposti o dei dipendenti; Essere trattato come un cane cioè come uno che viene subito scacciato quando entra in chiesa; Cane sciolto nell’accezione di randagio viene usato in politica per chi non vuole piegarsi ad alcuna ideologia di partito. Anche nell’uso di cane come aggettivo compaiono spesso connotazioni negative, ad es. in mondo cane, freddo cane, tosse canina è la pertosse.
 
Dalle malattie tipiche del cane come la rogna deriva rogna come incombenza spiacevole o negativa così da cane rognoso è tratto il significato di persona rognosa cioè noiosa. Sei una cane rabbioso si dice, per iperbole, di una persona che ha un carattere violento.
 
E poi non possiamo dimenticare detti e proverbi….
 
Can che abbaia non morde.Significato: Chi troppo urla spesso non passa ai fatti
E le sue varianti :Il cane sdentato abbaiaIl cane pauroso abbaia più forte.Significato: Ciò che sembra terribile in realtà non lo è
 
Legherei una cagna fuggitiva con budella d’agnello sottolinea azioni assurde e stolte
 
Spesso un cinghiale è catturato da una cane non grosso o Spesso accade che un cagnolino infligga grandissime ferite è il proverbio che nasce dai versi del poeta greco Ovidio e poi si trasmette nelle sentenze medievali.
Il verso è rimasto famoso tanto che il motivo del piccolo cane che vince contro un nemico di gran lunga più forte è tuttora diffuso.
 
 La cagna frettolosa fa i cuccioli ciechi ( in italiano esiste anche nella variante La gatta frettolosa fa i gattini ciechi) è il proverbio che ammonisce a non agire in fretta, ma con la necessaria prudenza e ponderazione. Il proverbio di origini orientali, oggi diffuso in lingua inglese e tedesca, trova riscontro in una favola di Esopo in cui alla cagna che si vanta della propria velocità nel generare, la scrofa replica rinfacciandole il fatto di creare, spinta dalla fretta, cuccioli ciechi.
 
Non destare il can che dorme. Can che dorme viene morso è un noto adagio che ammonisce contro i pericoli dell’uso della forza soprattutto quando si tratta di tentativi velleitari di una persona debole. Uguale significato hanno il proverbio Can ringhioso e non forzoso, guai alla sua pelle! ed il francese Chien hargneux a souvent l’oreille déchirée. Il proverbio viene ripreso da La Fontane nella favola dell’alano che trae vantaggio dal fatto che il padrone gli mozza le orecchie perché, essendo litigioso, non può essere morso nelle lotte contro gli altri cani in tanta delicata parte della testa.
 
Cave canem! E’ un’espressione tuttora di larga diffusione con significato proprio e traslato a proposito di pericoli di non grande entità ma che costringono a procedere con cautela e scherzosamente con riferimento a persone burbere e autoritarie.
Nelle case romane si trovava spesso scritto nei mosaici del pavimento d’ingresso rappresentanti un cane furioso.