Unici al Mondo

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N. 98 Gennaio – Febbraio 2019

 

Unici al Mondo

SchwarzthechihuahuaMi chiamo Schwarz. Sono nato quattro anni fa da una mamma bellissima (la mamma è sempre la mamma!) tutta scura come me e con un broncio ancora più impertinente del mio. Si chiama Awani. Ho pure una sorella pestifera, India, che invece è tutta a macchie bianche e grigie…come la sua coscienza sporca. Sì, perché già da piccola, me ne ha combinate di tutti i colori: mi bullizzava, non mi lasciava succhiare il latte in santa pace (così ho rischiato di morire perché ero piccolino e non crescevo), mi picchiava e mi rubava i giochi, fino al giorno in cui mi sono ribellato e mi ha assestato una solenne morsicata. Nulla di che, direte voi, e avete ragione: tra fratelli queste cose succedono in ogni specie, anche fra gli umani. Non fosse che a quel punto mi sono ammalato proprio per colpa di quel morso: un’infezione. Ricordo che ci portavano spesso dal veterinario. Tutta la famiglia: mamma, India ed io. Ma era solo a me che veniva riservato un calvario che allora non potevo comprendere: mi prendevano in braccio, lasciando la mia famiglia comoda nel trasportino, mi toccavano dappertutto, mi infilavano nella gola le pastiglie e mi pungevano sul collo. Eppure, era la mia sorellona che mi aveva fatto del male, lei a me e non io a lei. Perché in punizione ci dovevo andare io?!? Mi sono chiuso in me stesso.Schwarzthechihuahua Poi è arrivata una umana che mi ha preso in braccio e mi ha avvolto in una calda copertina. L’umana che conoscevo, quella che mi ha fatto nascere, mi ha detto: “Coraggio, piccolo, ora vai”. Aveva una voce tremula: era quello che ho percepito con il mio cuore. Ero piccolo, ero grigio, avevo il pelo opaco a causa delle medicine.
Ero triste ed ero d’un tratto in un posto nuovo, da solo, con questa nuova persona che oggi so di amare in modo incondizionato, ma quei giorni furono difficili per entrambi, finché ho cominciato a capire che mi potevo fidare di lei, piano piano…

Schwarzthechihuahua

Mi chiamo Schwarz, sono un Chihuahua di 4 anni, e vi dico perché vi ho raccontato tutto questo: per prima cosa, la storia delle mie origini è banale e vi permette di comprendere che anche noi Chihuahua siamo cani come tutti gli altri. D’accordo: forse un po’ più piccolini (siamo la razza più piccola del Mondo), ma non ne siamo consapevoli e pure gli altri cani non fanno discriminazioni, perché dovreste farle voi umani? Ve lo dico per certo, perché quando sono arrivato nella mia nuova casa mi hanno accolto come uno di loro Vasco il Pastore Tedesco, e Leo il Jack Russell che poi era il capo di tutti noi. Ed era di media statura, anzi piccolo, diciamolo! Dunque: siamo cani e ci comportiamo come tali se veniamo trattati con la dignità che si riserva a tutti gli altri cani. Questo hanno fatto la mia umana, la sua famiglia e questo ho imparato io. Cosa significa? Che pure noi piccoletti siamo veri amici degli umani tanto quanto Vasco, Leo e quell’antipatico di Bovaro bernese che passa sempre davanti alla mia buca delle lettere senza fermarsi a giocare. Sappiamo abbaiare, fare pipì al posto giusto, imparare le regole di corretta convivenza con voi umani (io sono un Cittadino a 4 zampe, so fare il seduto, il terra, il resta, il richiamo, il riporto e gioco a calcio come portiere). Sappiamo giocare, correre (anche dietro al gatto puzzone che sconfina sempre sul mio territorio), fare buchi nel prato, fare la guardia e le marachelle (l’ho imparato dal Jack Russel). E non dobbiamo diventare i giocattoli di chi ci adotta, o i surrogati dei bambini. Siamo veri amici cani! “Unveroamico”, difatti, è la rubrica che mi è stata assegnata su questa magnifica rivista (la mia amata umana dice che mi devo guadagnare le crocchette, e io ho mediato l’aggiunta della mortadella e dei fegatini che amo tanto). Un modo simpatico per discutere di cose serie (ok, Chihui – semi-serie). Mi stanno umanizzando? No, ve lo assicuro: a volte leggerezza e ironia permettono di trasmettere in modo più sereno i messaggi che si vogliono dare. Senza estremismi e con un sorriso. Tutto qui. Per il resto, da Chihuahua io sono fortunato come il mio collega Olaf che sul suo profilo FB (siamo avanti noi Chihui!) ha scritto:

  • I Chihuahua hanno una loro dignità.
  • I Chihuahua possono (e sanno) camminare, nel mio caso anche velocemente!
  • I Chihuahua non amano cappotti, borsette e passeggini.
  • I Chihuahua vogliono sporcarsi e rotolarsi come gli altri cani.
  • I Chihuahua possono fare sport (io per esempio faccio Agility, ok cara Brigitte che sei la mia istruttrice: interpreto l’Agility, ma mi diverto!).

Ecco, dicevo: Olaf ha ragione! Però ad esempio, come tutti i cani piccolini non resistiamo tanto alle temperature fredde e talvolta necessitiamo di una maglietta o di un cappottino, ma ci sentiamo ridicoli con la canottiera d’estate, per intenderci. Però sappiamo fare buon viso a cattivo gioco e, come dice sempre Olaf: “In più siamo particolarmente portati per prestarci a situazioni ridicole per far ridere i nostri umani, ma solo in cambio di abbondante cibo”. Che dire? La mia umana giornalista mi suggerisce un finale “ad effetto”: ricordate la volpe del Piccolo Principe? “Stare insieme, io e te, vuol dire creare legami”, disse la volpe al Piccolo Principe. “Tu, fino ad ora per me non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu di me. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo”. Rispettiamoci in modo reciproco, ve lo dico io: Schwarz the Chihuahua “unveroamico”, cari umani!

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