Importata in America nel 1975 da Terry Durkes è successivamente diffusa in Germania nel 1982 da Kothbauer che la applicò diffusamente e con successo sui cani.
Nel 1989 il chirurgo danese Jan Klitsgaard ampliò la pratica impiantando grani d’oro anche in punti non di agopuntura.
La tecnica negli ultimi anni si è ulteriormente arricchita ed evoluta grazie alla scuola Viennese del Dott. Markus Kasper.
L’impianto di grani d’oro consiste in una forma permanente di agopuntura. Sono grani molto piccoli, della dimensione di una capocchia di spillo che danno una stimolazione permanente nel punto di impianto, che viene scelto in base ai dettami dell’agopuntura tradizionale cinese.
I primi studi e prove sono state effettuate su casi di displasia dell’anca e successivamente utilizzati per la cura di altre patologie (non soltanto articolari ).
Con questa tecnica si impiantano piccoli granellini di oro a 24 carati, delle dimensioni di 1-2 millimetri di lunghezza, direttamente nel sottocute, nei muscoli, vicino a tendini e legamenti e in prossimità delle articolazioni.
I punti in cui vengono inseriti corrispondono ai punti sensibili utilizzati in Agopuntura che vengono in questo modo stimolati in maniera permanente con un effetto antidolorifico di lunga durata.
L’impianto avviene con degli aghi cavi di diametro 2,2 mm in cui il granellino d’oro viene fatto cadere e viene perfettamente posizionato nella sede predefinita, in anestesia generale così da poter posizionare correttamente il paziente e impiantare in modo preciso i grani stessi.
Solitamente non ci sono né ferite né un post-operatorio doloroso; gli animali mostrano un miglioramento già dopo 2-3 giorni dall’ impianto.
>>Leggi il dossier – Medicina alternativa – La Settimana Veterinaria – N°867 – 26 marzo 2014