Perché ci vuole (il nostro) fiuto

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 No. 107 – Luglio – Agosto 2020

 

Schwarzthechihuahua
Londra ci crede? E allora ci crediamo pure noi!
Ma partiamo dall’inizio, amici-chihui e amici-e-basta: da quell’inizio di marzo quando è cambiato tutto il mondo e siamo cambiati pure noi. Voi umani siete (inspiegabilmente ma tanto felicemente per noi compagni della vostra vita) rimasti a casa tutto il giorno. Niente più: “Ciao vado a lavorare fa’ il bravo che torno subito” …ma tanto non era vero che tornavi subito, rossa tinta, anche se ho sempre fatto finta di crederti, eheh. Niente più: “Non ti posso portare con me perché vado a lavorare, a guadagnarmi la pagnotta e le tue crocchette” …cara, vuoi la mia nobile compagnia? E allora ti tocca guadagnarti la carnina, le crocchette, e non ti dimenticare i biscottini premietto, mi raccomando!
Ma la cosa più strana è stata che abbiamo raddoppiato, ma che dico? Triplicato, nooo esageriamo: quadruplicato le passeggiate nel bosco. Goduria! Tutto quasi perfetto, non fosse che il motivo di questo galattico cambiamento ha un nome, Covid-19: un virus che ha messo in ginocchio l’essere umano e gli ha intimato uno stop!
Non vi starò a rompere… ecco lo sapevo! La mia umana sta già pensando di correggermi quella che chiama “espressione colorita e sconveniente”. Se ci prova dico pure a lei di “non rompere”! Dicevo: non ci soffermeremo su tutta la faccenda che ha portato il Covid-19 a mettere in scacco la vita di tutti quanti gli umani, con le inevitabili ricadute su noi compagni pelosi che ne abbiamo goduto per certi versi, sì, ma abbiamo pure fiutato lo sgomento, le paure, le angosce, lo smarrimento, la desolazione dei nostri amatissimi umani. Ecco, questo è il punto: il fiuto canino! Il nostro naso sopraffino arriva a “fiutare” per la maggior parte tutte quelle manifestazioni emotive di voi umani. A volte ci sconvolgete proprio, sapete? E allora cerchiamo di starvi vicini vicini, di fare i clown o di accoccolarci accanto a voi per farvi sentire in qualche modo la nostra presenza.
Ora però il nostro fiuto è stato sbattuto in prima pagina con la pubblicazione della notizia di un progetto della London School of Hygiene & Tropical Medical Detection Dogs e della Durham University di Londra. Un progetto che riguarda da vicino proprio il naso (infallibile dico io) di noi cani! Oh mio Dio, per ora è un’ipotesi di progetto per il quale, però, il governo britannico ha donato ben 500mila sterline per svilupparne la ricerca.
Ok, ok, state fremendo dalla curiosità, lo sento, e allora ve lo riassumo: si parte dal presupposto che noi cani siamo in grado di stanare il Coronavirus negli esseri umani proprio grazie al nostro fiuto. Questo, in verità, lo facciamo già con altre infezioni, ma tant’è, il team di ricercatori londinesi intende scoprire se si riesca ad addestrare i miei colleghi a quattro zampe per poi farli entrare in servizio entro sei mesi in punti di accesso chiave del Regno Unito. Servirà per effettuare screening rapidissimi (e che mica noi cani stiamo a pettinar le bambole!) dei viaggiatori provenienti dall’estero. Ora, alt, fermi tutti!
La mia umana (che è del mestiere) mi ha insegnato che una notizia va sempre ponderata e verificata prima di prenderla per oro colato. Per questa volta le dò adito e so già come fare: ho un amico che si chiama Hulk ed è un Detection Dog! La mia umana conosce il suo istruttore, un certo Paolo Riva della Detection Dogs Ticino (mica ci sono solo a Londra gli esperti, neh!). Pensate: si occupano della “formazione di cani per la discriminazione olfattiva”. In parole povere significa che imparano a usare il loro fiuto per trovare qualcosa. Dai, rossa tinta, vuoi telefonare a Paolo per favore??? Curiosa come una bertuccia pure lei, non si fa pregare e io (furbacchione) ascolto attentamente la telefonata (anche perché parlano di Hulk, il mio amico che ammiro tantissimissimo). Sento che Paolo Riva le spiega come vengono istruiti i cani in Ticino: “In laboratorio, dunque zona protetta, il cane impiega circa due mesi a riconoscere e segnalare un odore. Naturalmente parliamo di cani curiosi, normalmente dinamici, meglio più vivaci della norma, cani che usano già molto il loro naso istintivamente, perché si tratta dello strumento principale che viene messo in campo”. Sento pure che Detection Dogs Ticino ha: “finalità operativa e non è una società sportiva”. Ciò significa che tutti i cani formati hanno compiti di estrema utilità per l’essere umano. Commissario Rex fatti da parte! Paolo racconta di un gruppo di cani ticinesi adatti al fiuto del tumore alla prostata (sono ben 5!), un gruppo che trova le muffe, e alcuni che fiutano gli insetti nocivi: “Parliamo ad esempio della Popilia japonica arrivata in Ticino dal Giappone: un coleottero disastroso che i nostri cani riescono a fiutare sia come larve sotto terra che in forma di insetto adulto”. Su, su, dai: sto pregando sottovoce la mia umana di chiedere a Paolo della storia dei cani che in Inghilterra vogliono avviare alla ricerca del Covid-19 nell’uomo. Sarà vero? Sarà possibile? “Quando è uscita la notizia ero piuttosto scettico per questioni irrisolte che riguardavano la sicurezza di cani e persone. Ora però sono state risolte e…siamo pronti anche noi per iniziare la formazione dei cani qui, in Ticino; aspettiamo solamente di avere l’ok sanitario per questa ricerca medica”. Urka, mi vien da esclamare, ma date le circostanze mi esce: “HULK!”. Allora non solo potrebbe essere vero, ma non dobbiamo nemmeno arrivare fino a Londra perché qui in Ticino sarà avviato lo stesso progetto. Ho una perplessità: se Paolo ha detto che i cani riescono ad essere operativi in genere dopo circa 8 settimane di formazione, perché gli inglesi parlano di 6 mesi? La mia umana è geniale: o mi legge nella mente oppure è brava di suo perché glielo sta chiedendo: “Gli inglesi parlano di 6 mesi perché l’utilizzo sarebbe nel controllo dei punti di ingresso in Inghilterra, dove circoleranno molte persone.
Bisogna sapere che quando un cane fa detection a contatto con le persone, esso è soggetto a un sacco di influenze umane (paura, aggressività, socievolezza): tutte reazioni che i cani leggono e alle quali danno risposte”. Ho capito! Allora ci vuol tempo per testare l’affidabilità delle capacità di detection del Covid-19 anche in presenza di queste influenze emotive umane! Paolo lo conferma: “Ci saranno cani che non andranno bene in fase di test perché si lasceranno influenzare troppo, ma non ho dubbi che sarà possibile riuscire a formarne un gruppo che sarà in grado di fiutare il Covid-19”. Che ve lo dico a fare, amici-chihui e amici tutti? Cosa sareste voi umani senza (il nostro) fiuto?
Vostro Schwarz, un vero amico (soprattutto di Hulk e Paolo che ringrazio per averci permesso di capire meglio questa notizia, e ai quali auguro buon lavoro!).

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