No. 96 / settembre ottobre 2018
A qualcuno la bella stagione provoca un’allergia perniciosa da cemento e asfalto, da cellulare e ufficio, da traffico e città. E allora via a percorrere sentieri, scalare montagne, bagnarsi nei fiumi selvaggi di questo nostro meraviglioso Ticino. Subito però ci si rende conto che la natura non è sempre una mamma affettuosa, bensì a volte una matrigna dispettosa che si fa beffe dei nostri tentativi di fuga dalla civiltà; e ogni tanto questo infastidisce.(Se è così, se non si è disposti ad accettare qualche inconveniente, se ci si lamenta per il tafano o l’ortica impertinente, allora forse la natura incontaminata non è lo svago ideale).
La parola d’ordine quando ci si muove nella natura deve sempre essere “rispetto”. Fra gli abitanti degli alpeggi di casa nostra che meritano la massima considerazione ci sono evidentemente anche i contadini e gli allevatori di animali da reddito. La loro vita bucolica non è per nulla priva di problemi: fra questi, anche la convivenza con i predatori, tema che come noto non smetterà di incendiare gli animi tra favorevoli e contrari al loro ritorno, del lupo in particolare.
Da qualche anno alcuni allevatori di bestiame hanno fatto la scelta coraggiosa di affidarsi ai cani da protezione per tutelarsi dal lupo. In Svizzera sono circa 200, una quindicina in Ticino. Eppure uno degli ostacoli che rendono difficile il lavoro di questi cani – pastori abruzzesi e cani da montagna dei Pirenei, le razze più frequenti –è rappresentato proprio dal cittadino in fuga nella natura. A luglio due ciclisti, ritrovatisi in mezzo a delle caprette all’alpe Rompiago, nella zona del Monte Bar, sono stati leggermente feriti da cani guardiani. Lo scorso giugno un escursionista è stato morso nell’Alto Vallese; in questo caso l’animale, che aveva già manifestato dei comportamenti problematici, è stato soppresso.
La scelta di affidarsi ai cani da protezione delle greggi merita grande stima e, appunto, rispetto. Il che non è proprio noto a tutti. Non è infatti raro che escursionisti e ciclisti che si imbattono in un gregge sorvegliato da questi cani assumano poi un comportamento sbagliato, non sempre in maniera consapevole e anzi spesso dettato dalla scarsa conoscenza della materia. Sia come sia, affrontare la situazione in modo errato può generare potenzialmente una reazione incisiva da parte del guardiano a quattro zampe.
“Questi animali permettono una convivenza con il lupo in grado di limitare i danni da predazione”, ci spiega Alberto Stern, consulente specializzato per i cani da protezione del bestiame, “e aiutano gli agricoltori a gestire i pascoli”. “La difesa del gregge è puro istinto per queste razze selezionate, il comportamento di protezione è trasmesso in primo luogo geneticamente; poi c’è tutto ciò che il cucciolo impara dal gruppo, dal suo branco”, sottolinea il dottor Stern, che questi cani li conosce molto bene, anche in quanto veterinario e allevatore. “Noi non siamo più abituati a questa convivenza, dunque dobbiamo anche noi fare un piccolo sforzo”: il che si traduce in alcune semplici regole da rispettare quando durante un’escursione ci si imbatte in un cagnolone che abbaia con insistenza per compiere il suo dovere.
Ecco il concetto di base: non disturbare. Il guardiano peloso si avvicinerà per studiarci, per capire se rappresentiamo un pericolo: lasciamogli un po’ di tempo, non guardiamolo fisso negli occhi, non facciamo movimenti bruschi. Se siamo in bicicletta, scendiamo e spingiamola. Se è necessario, scegliamo di aggirare il gregge o di tornare indietro. E poi, molto importante: se abbiamo con noi il nostro cane, teniamolo al guinzaglio, ma meglio ancora evitiamo il pascolo se sappiamo che ci sono queste vedette al lavoro: “il cane da protezione vedrà sempre il nostro cane da compagnia come un pericolo più grande, in quanto simile al lupo”, ricorda Alberto Stern.
Dunque. Parola d’ordine: rispetto. Prima regola d’oro: seguire le istruzioni dei pannelli indicativi ai margini dei pascoli sorvegliati. Consiglio ai patiti di tecnologia: al sito internet www.protezionedellegreggi.ch si trovano delle cartine interattive dove sono indicate le zone sorvegliate dai cani. L’augurio per tutti: godiamoci la natura, sosteniamo la convivenza.
A cura di Leila Meroni
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