Cacahoutte & Pomme Duchesse

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No. 110 gennaio – febbraio 2021

CACAHOUTTE & POMME DUCHESSE

Ragione – Istinto – Sentimento – ovvero la regola del 3

SchwarzthechihuahuaCi vuole pazienza. Ecco!
Sono cresciuto, ragazzi, e pure parecchio benino, considerando le mie origini e l’inizio difficilissimo della mia vita da cucciolo perché alla nascita ho rischiato di morire (ero molto più piccolo di mia sorella, già iena affamata in pancia della nostra mamma), e nelle prime settimane di vita ho subito un bullismo estremo (sempre da mia sorella India) che mi ha provocato un’infezione da morsicatura alla pelle (malefica sorellina!) e mi ha fatto togliere troppo presto dalla mia mamma. È successo perché la mia allevatrice non sapeva se mai fossi contagioso, dato che la malefatta di India è stata scoperta solo in seguito. Questa è la mia storia, ve lo ricorderete certamente, voi che mi leggete regolarmente, ma sono sereno perché “la storia di uno è la storia di tutti”. Ok, ok, “un bravo giornalista non ruba le frasi altrui facendole passare per sue” (ma ‘sta umana mia non si può fare gli affari suoi una benedetta volta?!?). E allora ammetto che questo concetto è niente di meno che di un bravo psichiatra. In parole povere: ognuno ha la vita che gli spetta, e tutti vivono qualcosa di simile, in senso lato, da ciò che vivono tutti gli altri. Perciò se ne esce sempre, come ho fatto io, grazie (siamo buoni, è passato Natale e lo ammetto) alla mia umana che ha saputo prendermi per ciò che ero: un cuccioletto malato e spaventato, con grandi problemi a manifestare le emozioni perché per me era sempre “tutto troppo”! Mi mancava l’esperienza di quelle settimane che voi umani chiamate “imprinting” e che noi cagnolini identifichiamo con “mamma mi coccola, mi insegna come stare al mondo, mi dà sicurezza e coraggio che mi porterò appresso nella vita, quando lascerò casa per l’avventura più grande del mondo: quella in una nuova famiglia di umani”. Ancora oggi, quando mi succede qualcosa che mi spaventa, qualcosa che mi fa battere il cuore dalla gioia, quando penso di amare la mia umana più di ogni altro al mondo… ancora oggi, dicevo, mi pare sia “tutto davvero troppo” e mi blocco, mi paralizzo impaurito (così dice lei, ma questo concetto è qualcosa di molto molto vicino a come mi sento, credetemi). Voi umani avete un’espressione molto somigliante a come mi sento io: dite “mi scoppia il cuore” dalla gioia, dall’emozione, dalla paura, dalla tristezza. Fate voi. Ecco proprio quello che succede a me. Però la mia rossa tinta ha avuto tanta tanta pazienza, tanto tanto amore, tanta tanta voglia di trovare, come dice sempre lei quando parla orgogliosa di me: “un punto di incontro, un codice di comunicazione nostro”, che mi faccia sentire sicuro e mi permetta di essere tranquillo, adeguato e di esprimere anche qualche miaschwarz emozione senza spaventarmi di come sento battere il mio cuoricino. Lei dice sempre che spetta a voi umani dover trovare un modo per comunicare con noi animali in modo che troviamo insieme quel punto d’incontro: il luogo dove trovarci a metà strada per comprenderci reciprocamente. Io l’adoooro! Ehm, in realtà non sempre l’adoro, parliamoci chiaro. Anzi, in questi giorni l’adoro un pochino meno. Diciamo che le voglio un solo un po’ di bene. Punto. Ci vuole pazienza, vi ho detto all’inizio e ve lo ripeto. Non possiamo pensare che in casa si cominci a respirare un’aria di sottile eccitazione, una sorta di attesa di qualcosa che non so definire meglio (almeno fino a due giorni fa) senza che poi succeda davvero qualcosa. Infatti poi appare un giochino nuovo (ma a me non sono mai interessati molto i giochini, zio Romeo ha i suoi che lo aspettano quando viene a trovarmi…per chi sono questi giochini minuscoli e nuovi di pacca?!?). Poi la mia umana riesuma e lava le mie magliette da cuccioletto (ma sono cresciuto e zio Romeo è il doppio di me… mah!). Poi arrivano in casa una cuccia bellissima verde smeraldo e una copertina grigia morbidosissima (come quella che io già ho nel mio posticino preferito di casa, non vi dico quale ehm ehm). Lo dovevo immaginare: domenica (due giorni fa da quando vi scrivo) sono usciti (lui e lei, gli umani con cui vivo) e sono rientrati con un trasportino che conteneva un cosino batuffoloso e bianco: Hisotta! Mi schwarzè venuto un accidente! Una bellissima chihuahua minuscolissima che ha dato un senso a quel nome che sentivo dire ormai da un mese dalla mia rossa: Hisotta di qui, Hisotta di là, Hisotta su, Hisotta giù. Bastaaaa! Mi piace, mi piace tantissimo e mi sono lasciato scappare un mugugno chihuahuoso di benvenuto. Poi mi sono ripreso immediatamente perché, ricordate? Onore e rispetto al Chihuahua senior (che sarei io, stavolta, dopo aver fatto la gavetta superando nell’ordine Jack Russell Leo, Pastore tedesco Vasco e zio Romeo). Io arrivavo per ultimo, ma se gli ultimi non saranno sempre i primi, almeno ora con l’arrivo di Hisotta sono promosso a penultimo. Dunque ho bisogno di pazienza perché devo imparare a fidarmi di lei, ma prima devo mettere in chiaro che i miei (mooolti) spazi non si toccano e che lei è l’ultima arrivata e qui comando io, Schwarz the Chihuahua. Mica mi riconoscerà subito come figura di riferimento, ci vuole tempo e dobbiamo creare quello che la mia umana definisce “un rapporto di fiducia reciproca”. Lei dice pure che, come tutta la famiglia, confida in me e che non mi dovrò arrendere alle prime difficoltà (Hisotta ha già provato a entrare nella mia cuccia per stare vicino a me e io le ho detto “Grrr, fermati che ancora non hai il mio permesso!”) Però è bravissima, perché mi ha ubbidito e ha rispettato il mio avvertimento. Brava Hisotta! La mia umana dice che con lei dovremo avere pazienza (pure io, sì, dice lei) perché come tutti Hisotta ha sentimenti, emozioni e bisogni e non basta solo l’amore a renderla felice ed equilibrata ma ci vuole la collaborazione di tutti noi nell’accoglienza e nella sua educazione. Io la sto ben educando, no?!? Però ancora non so mostrarle quanto mi piace, anche se la mia umana credo mi abbia un po’ “sgamato” perché sorride sorniona quando mi sorprende ad avvicinarmi a Hisotta per annusarla. La mia rossa tinta continua a ricordarmi che anche per Hisottina non è semplice (a mio avviso si è trovata sorprendentemente subito a suo agio, gioca, è gioiosa dal mattino ed è pure buffa e simpatica). Non è semplice nemmeno per lei perché in questi primi giorni di adozione nella schwarznostra famiglia, noi per lei non rappresentiamo ancora granché: ci deve conoscere e dobbiamo lavorarci su per diventare inseparabili. “Così, presto saremo tutto il suo mondo, per lei!”. Per prima cosa le abbiamo dato un soprannome: dato che io sono Cacahouette, lei sarà Pomme Duchesse, e così insieme facciamo “antipasto & contorno”! Comunque qualcuno di voi umani ha detto: “Un cane adottato ha bisogno di almeno 3 giorni per “decomprimersi”, almeno 3 settimane per iniziare a conoscere la routine della sua nuova famiglia, almeno 3 mesi per iniziare a sentirsi a casa”. Ah siii???? E a me, santo Chihuahua, non volete dare un po’ di tempo per ammettere al mondo intero che sì, mi interessa… mi piace un pochino… ok ok, mai lo dirò alla rossa tinta ma… mi piaaaaace tanto tanto tanto questa piccola Pomme Duchesse di Hisottina mia!
Ben arrivata Hisotta

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