Correva l’anno 2014, quando le mio bel giardino nel nord della Corsica, rotolò (letteralmente) ormai stermata da mesi di randagismo la dolce (e perfida) Lea!
Un simpatico e blasonato esemplare di Griffon Bleu de Gascogne, assolutamente inabile alla cacccia e fuggita o fatta fuggire di proposito da un serraglio.
La storia è quella di sempre….portata dal Vet….niente microchip…. cercato di rifilarla ad una buona Associazione locale…..notti insonni….Lea sul traghetto di ritorno insieme a me e ai miei altri cani…
Tra le mille patologie che la deliziosa Leuccia aveva all’epoca (il costo di rimetterla in salute fu’ pari al restauro di un Jaguar d’epoca) la guerra peggiore è stata combattuta (e tutt’ora combattiamo) con l’orribile e cronicizzata “otite da Malassezia”.
Otite da Malassezia
La Malassezia è un lievito normalmente presente sulla cute del cane (e del gatto). Negli animali sani, questo agente patogeno convive pacificamente con il suo ospite in virtù di un equilibrio che ne limita la proliferazione. Quando questa situazione di stabilità viene compromessa, il microrganismo inizia a far sentire la sua voce.
Una delle aree maggiormente bersagliate dalla Malassezia è l’orecchio, in particolare il condotto uditivo e l’interno del padiglione auricolare.
In questa sede, la proliferazione del lievito causa un intenso prurito e la formazione di un essudato ceruminoso molto abbondante e maleodorante.
Come avrete notato dalla foto, le orecchie della tenera Leuccia sono due cotolettine, il che peggiora notevolmente la situazione dal momento che con l’umidità il lievito prolifera che è un piacere.
In questi 6 anni posso dire di averle tentate veramente tutte; cambi di nutrizione di ogni tipo, consulenze da decine di Veterinari, pulizia delle orecchie con ogni prodotto adatto esistente in commercio, litri di Clorexidina, cicli di antifungini, antibiotici, antinfiammatori …. niente la maledetta otite scompariva per qualche mese e poi….zac…di nuovo l’inconfondibile (e orribile) odore dell’otite da Malassezia!
ERA TORNATA…. e bisognava ricominiciare tutto da capo!
Per tre anni della nostra vita ho pulito le orecchiette della, ormai rassegnata Lea, tutte le sere per fare in modo che la situazione rimanesse almeno sotto controllo e non le si infiammassero troppo provocandole dolore.
Poi una clinica veterinaria locale mi ha proposto un preparato di loro produzione che ho siringato nelle orecchie per una decina di giorni, il preparato conteneva sicuramente anche dell’acido acetico (l’odore era inconfondibile).
La cosa ha funzionato e l’otite è stata praticamente debellata in un orecchio ed è rimasta lievissima nell’altro, ma dopo qualche mese stava tornando (ormai il mio naso la sente subito)
Allora ho pensato….aceto di mele!!!
Sì lo so, direte voi, il solito rimedio della nonna che lascia il tempo che trova…..
Però ora (dopo circa 6 mesi) puliamo le orecchie (mettendo un pochino di aceto di mele su del cotone idrofilo e pulendo l’interno dell’orecchio e tutto intorno bene e con delicatezza) solo 2 volte alla settimana, lentamente il cerume sta diminuendo sempre più e confido che arriveremo presto ad una sola pulizia settimanale.
Inoltre l’aceto di mele elimina quell’orribile e caratterstico odore dell’otite da Malassezia.
Ovviamente questa è solo la nostra esperienza, non vogliamo fortire soluzioni miracolose e vi consigliamo caldamente di consultare sempre e comunque il vostro veterinario di fiducia.
Lea & Paola