No. 104 – gennaio – febbraio 2020
Quelli che…
…e sono passate pure queste feste!
Sì, cari ami-chihui e non: i giorni di Natale non sono sempre così divertenti per noi animali domestici! Provate un po’ a pensare alla confusione di luci, colori e musica di cui voi umani godete tutti in compagnia: avete mai pensato a come la viviamo noi tutta questa vostra confusione? Per prima cosa, mi alleo a quei due gatti puzzoni che passano sempre dal mio giardino senza regolare permesso, vi ricordo che noi cani (e, appunto, pure i gatti) siamo molto abitudinari. Dunque, mentre voi umani (compresa la mia rossa tinta, non faccio sconti a nessuno, io!) apprezzate uno strappo alla routine della vita quotidiana, per noi il Natale è tutta un’altra esperienza!
Infatti, avere la tana…ooops!, intendevo la casa piena di estranei rumorosi e festaioli non rappresenta sempre il massimo del nostro divertimento.
…e poi vogliamo parlare della questione dei regali e di chi pensa di avere l’ideona di regalare un cucciolo?!? Magari a un bambino?!?
Ma noi siamo pacchi regalo o esseri viventi?!?
Ok, ok, mi calmo, mondo – chihuahua (compresi mondo – gatto puzzone e mondo – tutti gli animali domestici), e provo a spiegarmi meglio dicendo che innanzitutto decidere di prendere con sé un animale deve essere frutto di un’attenta riflessione da parte di voi umani. Dovete passare da un’accurata valutazione e altrettanta capillare preparazione dell’ambiente nel quale lo accoglierete e gli offrirete di vivere.
Per esempio: quando sono arrivato io (forse ve l’ho già raccontato?) la mia umana ci ha riflettuto a lungo, ha parlato con la famiglia (il marito era quello più contrario al mio arrivo…e pensate che ora mi corteggia spudoratamente ma io non cedo: non lo degno di uno sguardo se non ha un biscottino da darmi, eheh), dicevo: ci ha riflettuto, ne ha parlato in famiglia, ha valutato la mia convivenza con loro umani e con Vasco il Pastore tedesco e Leo il capofamiglia Jack Russel, e solo dopo tutto questo iter ha detto: “Sì, lo accoglieremo in famiglia e lo chiameremo Schwarz!”.
Ora, vi confido che in realtà appena mi ha visto per la prima volta si è innamorata persa di me, anche se io l’ho fulminata con lo sguardo da “Pupa-cosa-vuoi-da-me-guarda-che-io-sto-sonnecchiando-non-pensare-che-sia-interessato-a-te”. Lei racconta che proprio il mio sguardo assassino (ammaliatore, dico io) l’ha conquistata seduta stante. Ciò non toglie che ha valutato attentamente la mia adozione prima di prendere una decisione per la vita. Sì, cari, perché un cane vive anche fino a 18 anni durante i quali non pensate certo di riporlo da qualche parte come un oggetto che non serve più, o peggio trovargli un’altra famiglia perché i bambini entusiasti del regalo vivente ora hanno perso l’interesse perché un animale comporta anche un impegno quotidiano. Appunto, volevo dire che ai bambini NON si regalano animali domestici! Non prima di aver considerato tutto quanto abbiamo detto, e poi perché non bisogna caricare un bambino delle responsabilità che derivano dall’accudire e soddisfare le esigenze del cucciolo (che poi crescerà e comunque avrà bisogno sempre di accudimento).
Voi umani adulti dovete essere consapevoli del fatto che il cagnolino (o il gatto, o il criceto, o l’uccellino, va bene, uff!) dovrà dipendere in tutto e per tutto dalle persone adulte del nucleo famigliare, anche nel tenere d’occhio il rapporto che si instaurerà fra bambino e animale, educando il bimbo stesso al rispetto e alle regole di convivenza con il cucciolo appena arrivato.
Io, per esempio, non amo molto i bambini, anzi, devo dirla tutta: mi mettono davvero in ansia! Sapete perché? Quando ero cucciolo, la mia umana rossa tinta mi portava con sé a passeggio ed è successo che, d’un tratto, un bambino si avventasse su di me urlando “Ahhh!!!” come una tartaruga Ninja. Che spavento ho preso, chihui-accidenti!
Un altro bambino aveva in mano una specie di spada e si è avventato sempre su di me (ma che cavolo vogliono ‘sti bambini?!?) come per pugnalarmi. Che paura, amichihui!!
E sapete che i genitori di quei bambini non li hanno nemmeno sgridati?!? Non hanno neppure detto loro: “Così non si fa!”. La mia umana era moooooolto arrabbiatissima!!!
A un certo punto l’ho sentita urlare: “Se avessi avuto con me Vasco il Pastore tedesco i vostri figli maleducati non si sarebbero nemmeno avvicinati, eh?!?”.
Poi mi ha rassicurato e mi ha spiegato che non sono tutti così, i bambini. Mi ha dimostrato che ci sono quelli ben educati e responsabilizzati: li incontriamo ogni tanto e chiedono se mi possono accarezzare. Ecco, la mia umana allora deve dire loro di no, a malincuore, perché io ho sempre un po’ paura dei bambini, memore delle mie bruttissime esperienze da cuccioletto, anche se in realtà non ce l’ho con quei bambini ma con i loro genitori che non li hanno educati in modo adeguato e consapevole verso gli animali.
Però, valutati tutti gli aspetti dell’accoglienza di un cucciolo e della convivenza con uno di noi, e superata la check-list, allora spero proprio che diventiate tutti come i nostri amati umani coi quali conviviamo. Parlo di quegli umani che “noi siamo quelli che vengono visti come alternativi (“eh, sai, ha i cani…”) come fosse una malattia,
…quegli umani a cui dicono “ma sempre con ‘sti cani?”,
…quelli che si sentono dire “ma i cani sono un impegno” (anche pensare alla vita degli altri deve essere impegnativo, eh?),
…quelli a cui dicono “ma perché non lasciate i cani e andate in vacanza al mare?”,
…quegli umani delle automobili piene di peli che se devono dare un passaggio a qualcuno fa loro strano avere in macchina un altro essere umano,
…quelli che per la gente sono “quelli coi cani” che pensano solo ai cani e che, poverini, devono portarli fuori e sprecare un sacco di tempo per accudirli. E per questo non saranno mai liberi perché hanno cani. Liberi?!? Ma liberi da cosa, poi?
Se avete iniziato la meravigliosa e consapevole avventura con un cucciolo o con un cagnolino, vi auguro di essere quelli che se ne fregano di cosa dicono gli altri, perché non tutti desiderano le stesse cose, …quelli che hanno provato una volta cosa significa vivere con un cane e allora non ne possono più fare a meno (perché io creo dipendenza, sapete? E insieme a me tutti gli animali domestici).
…quegli umani che… “poverini loro, devono occuparsi di un cane”?
Non credo proprio, parola di Schwarz the Chihuahua, Unveroamico proprio di quegli umani che…beati loro, convivono con un animale, lo considerano un essere vivente, uno di famiglia, non si sentono sopraffatti dalle incombenze che ne derivano e non vivono come una rinuncia alla loro libertà il fatto di portarci sempre (o quasi) con sé.
…quelli che…noi ripaghiamo di un amore infinito e incondizionato, come diceva Ligabue:
“…fin quando fa male, fin quando ce n’è”.
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