Perché i Dalmata sono i cani ufficiali dei pompieri?

Dalmata in caserma

La tradizione dei cani di razza Dalmata nei pompieri risale a più di un secolo fa. Oggi sono principalmente Mascotte, ma prima che i camion dei pompieri avessero i motori, i Dalmata giocavano un ruolo vitale ogni volta che i pompieri correvano a spegnere un incendio.

L’utilizzo dei Dalmata tra i pompieri risale a quando per spostarsi si usavano le carrozze trainate da cavalli.

Ci si rese conto che i Dalmata correvano senza problemi al fianco dei cavalli, tenendo il passo anche quando correvano per lunghe distanze. I cani avrebbero persino difeso i cavalli da altri cani o animali che potevano spaventare o attaccare i cavalli durante il viaggio.

I Dalmata correvano in coppia, uno per lato del convoglio, o accanto cavalli. Gli aristocratici inglesi all’inizio del 1700 furono tra i primi conosciuti ad usare i Dalmata per accompagnare le loro carrozze, secondo il libro di Trevor J. Orsinger, “Il migliore amico dei pompieri: vite e leggende dei Chicago Firehouse Dogs”. I cani divennero una sorta di status symbol; più Dalmata correvano accanto alla tua carrozza più alta era la tua posizione sociale.

Fu così che i Dalmata iniziarono ad accompagnare anche i carri trainati da cavalli che conducevano i pompieri sulla scena di un incendio.

Quando suonava l’allarme antincendio, i Dalmata correvano fuori dalla caserma dei pompieri, abbaiando per far sapere agli astanti che avrebbero dovuto togliersi di mezzo perché il carro dei vigili del fuoco sarebbe presto uscito di corsa. Una volta che il vagone era uscito per strada, i Dalmata gli correvano di fianco.

Cani coraggiosi e fedeli, si rivelavano utilissimi anche quando il carro si avvicinava a un incendio. I cavalli hanno paura del fuoco e la presenza dei Dalmata li distraeva e confortava mentre avvicinavano il carro a un incendio. I Dalmata stavano anche di guardia vicino al carro per assicurarsi che nessuno rubasse le proprietà, l’equipaggiamento o i cavalli dei pompieri.

Si potrebbe pensare che con l’invenzione dell’automobile, i pompieri non avrebbero più bisogno dei Dalmata.
Alcune caserme di pompieri, tuttavia, al fine di preservare la tradizione tutt’oggi hanno dei Dalmata.
I Dalmata continuano a proteggere i possedimenti dei vigili del fuoco, ma invece di correre accanto ai camion catturano e uccidono i topi e tengono compagnia alla squadra durante i momenti di relax.

Una delle caserme dei pompieri che continua a portare avanti questa tradizione è caserma 20 dei vigili del fuoco di New York City.
Il loro cane più famoso si chiamava Twenty, e a volte è stata vista sporgere la testa fuori dal finestrino mentre il camion dei pompieri del dipartimento correva attraverso le strade di Manhattan.
Twenty ci ha lasciato nel Gennaio 2016 a 15 anni, è arrivata in caserma quando era una cucciola di appena nove settimane, venne regalata al fine di confortare la squadra “Ladder 20” per la perdita dei colleghi morti durante il crollo delle torri del World Trade Center.

LA LEGGENDA DELLE MACCHIE DEL DALMATA

“Le prime generazioni di Dalmata erano tutte bianche.
Capitò una volta un incendio grandissimo e accorsero sul posto ben tre unità, ognuna col proprio carro, i cavalli, i pompieri e… i cani bianchi.
Quando tutto sembrava sistemato arrivò una donna urlando che i suoi figli erano rimasti intrappolati nel seminterrato e un pompiere si accorse che i cani erano vicini ad un angolo e stavano abbaiando furiosamente. L’uomo provò ad entrare nel posto indicato dagli animali ma… rimase incastrato!

Grazie all’abbaiare dei cani accorsero altri pompieri ad aiutarlo mentre i bambini gridavano nel seminterrato. Nessuno sapeva come poter entrare per tirarli fuori e tutto d’un tratto i tre cani si buttarono nePerchè i Dalmata sono mascotte dei Pompieri?llo stretto tunnel infuocato e poco dopo i pompieri sentirono abbaiare in un punto diverso dell’abitazione. Quando raggiunsero i latrati degli animali videro uscire un cane con un bimbo aggrappato al collare ed i pompieri li aiutarono allargando il passaggio entro cui si erano infilati. Anche gli altri due cani spinsero fuori un bimbo, quello mancante, ma la situazione non era ancora fuori pericolo e poco dopo l’edificio collassò! Fortunatamente però erano riusciti tutti a mettersi in salvo.

I cani fino ad allora erano stati considerati solo dei guardiani, non degli eroi, ma passata la paura i pompieri si fecero loro intorno e a turno diedero delle pacche di gioia e riconoscenza a quei coraggiosi animali lasciando sul loro manto tantissime macchie di fuliggine. Pensate che quelle macchie non andarono via neanche dopo un bagno e come segno divino quei segni rimasero permanenti!

Quelle macchie erano come delle medaglie d’onore, quasi come a voler dimostrare che quei cani bianchi non erano più delle semplici mascotte ma esseri capaci di incredibili lavori e grandi azioni. Qualcuno potrebbe obiettare che è tutta fantasia ma… ogni proprietario di dalmata sa che questi cani nascono bianchi  e solo quando crescono vengono “premiati” con le loro macchie di fuliggine permanenti a ricordare a tutti il loro coraggio ed il loro valore!”

Racconto tratto dal libro: “E Dio aveva un cane” di Stanley Coren.