” Il cane (nome sumero, ur-gi; nome semitico, Kalbu) era uno dei primi animali domestici e serviva principalmente a proteggere mandrie e abitazioni dai nemici.
Nonostante il fatto che i cani vagassero liberamente nelle città, il cane nell’antico Oriente era sempre legato a un solo padrone ed era curato da lui.
Naturalmente, il cane era anche un mangiatore di carogne e nei villaggi forniva lo stesso servizio di iene e sciacalli.
Per quanto ne sappiamo, c’erano solo due principali razze di cani: grandi levrieri che venivano usati principalmente nella caccia e cani molto forti (nell’ordine di danesi e mastini), che nell’antico Oriente erano già ben più grandi dei lupi e, per questo motivo, erano particolarmente adatti come cani da pastore.
Le fonti distinguono numerose sotto-razze, ma possiamo identificarle solo parzialmente. Il cane era spesso il compagno degli dei della terapia. Da notare che “cane” come termine dispregiativo era poco utilizzato all’epoca. “
I cani hanno fatto parte della storia degli esseri umani da prima della parola scritta. L’antico tempio di Gobekli-Tepe in Turchia, risalente ad almeno 12.000 anni a.C., ha fornito agli archeologi prove di cani domestici in Medio Oriente corrispondenti alla prima prova di addomesticamento, la Natufian Grave, (c.12000 a.C.) scoperta in Ein Mallaha, Israele, in cui un vecchio è stato sepolto con un cucciolo. In molte culture del mondo antico, i cani hanno avuto un ruolo importante e, in gran parte, sono stati considerati più o meno allo stesso modo in cui sono oggi. I cani erano visti come compagni fedeli, cacciatori, guardiani e come parte preziosa della famiglia.
Nella storia più antica del vicino Oriente, L’epopea di Gilgamesh dalla Mesopotamia antica (datato al 2150-1400 A.C.), i cani hanno privilegi elevato come i compagni di una delle Dee più popolari della regione;
la dea Innana (Ishtar) viaggia con sette cani da caccia.
Nella famosa Discesa di Innana, in cui la dea va agli inferi, suo marito Dumuzi, mantiene i cani addomesticati come parte del suo seguito reale.
I cani erano protagoniste nell’arte mesopotamica come cacciatori, ma anche come compagni. I cani erano tenuti in casa e sono stati trattati in modo analogo da famiglie attente come lo sono oggi.
Iscrizioni e placche intarsiate raffigurano cani in attesa per i loro padroni e, secondo lo storico Bertman, conducevano una vera e propria vita familiare.
E’ stato rinvenuto un bassorilievo che ritrae scene di un pastore che gioca suo flauto e il suo cane si siede ed ascolta attentamente”.
Inoltre, in “Gods of therapeutics” Von Soden fa riferimento a divinità responsabili della salute e della guarigione e, in particolare, alla dea Gula regolarmente rappresentata in presenza del suo cane.
La saliva del cane era all’epoca considerata medicinale perchéera credenza popolare che l’atto di leccarsi le ferite, che abitualmente fanno i cani, aiutasse la guarigione .