Un uomo e un cane. Contro montagne di macerie e sofferenza. Tra i soccorritori rossocrociati giunti in Turchia dopo il terremoto di lunedì ci sono anche Mauro Bonomi, 63enne di Riva San Vitale, e la sua cagnolina. Bonomi fa parte di Redog Ticino e con la border collie Luna è abilitato alla ricerca di dispersi nelle macerie.
Bonomi è partito lunedì sera da Zurigo con la prima squadra di soccorsi ed è al lavoro nella zona di Hatay, spiega a Tio/20minuti Fabio Giussani, presidente di Redog Ticino. Secondo gli ultimi aggiornamenti di Redog Svizzera, il team ha aiutato l’Organizzazione di salvataggio turca GEA a portare in salvo ben 24 superstiti.
«La Turchia ha richiesto il nostro aiuto nella ricerca dei dispersi», spiega Giussani, «e la Confederazione dispone di una lista di brevettati di Redog da chiamare in questi casi». Queste persone «hanno già l’equipaggiamento pronto e devono solo recarsi all’aeroporto per imbarcarsi. Per ottenere il brevetto devono infatti avere un contratto lavorativo che permette loro di partire immediatamente in caso di emergenza».
L’intervento di Redog dovrebbe durare tra i sette e i dieci giorni, specifica Giussani. Questo perché «da lì in poi è difficile trovare altri sopravvissuti».
Ma come si salvano vite in mezzo alla distruzione? «Lavorando in squadra. Il compito dei cani è individuare la presenza di persone sotto le macerie. Intervengono poi i professionisti dell’identificazione, che verificano se la persona è viva o meno per mezzo di videocamere e di apparecchi sonori. Se abbiamo un sopravvissuto entra in azione il team di specialisti dell’estrazione».
Per arrivare a svolgere questo lavoro, Bonomi ha seguito tre anni di formazione e ottenuto il brevetto a ottobre 2022.
Far parte di una squadra di cani da salvataggio significa però vedere morti e dolore. «Io personalmente», racconta Giussani, «ho vissuto le esperienze più forti intervenendo per le frane di Bombinasco e Davesco nel 2014». Nella prima furono estratte morte dalle macerie una madre di 31 e una bambina di tre anni, nella seconda due donne di 34 e 38 anni.
Dal punto di vista psicologico non è però prevista una vera e propria preparazione, specifica Giussani. Sul piano regionale «organizziamo però dei seminari con psicologi e caregiver».
Fonte: 20 minuti 09.02.2023